Se lavori in questa azienda potresti essere coinvolto in una grossa truffa: ecco di cosa si tratta
Una nota azienda con un nome molto altisonante, è nei guai dopo che sono emerse irregolarità per quanto riguarda la manodopera dei suoi oggetti luxury. Ecco qual è l’azienda e che cos’è successo.
I grandi marchi, sono sempre molto rinomati nel mondo, i loro prezzi finali poi, sono molto alti per certi aspetti, proprio per la pubblicità che ci ruota attorno. Tutti quanti cercano di comprare ogni tanto almeno un capo griffato, in quanto si sa, sono di qualità e poi sono sempre di tendenza e attuali, discorso ovviamente diverso per i vip in genere, che hanno solo prodotti di marca nei loro armadi.
Ma vi siete mai chiesti quanto guadagnano gli operai che stanno dietro alla realizzazione di questi accessori? Ovviamente le aziende non sono tutte uguali, quindi sicuramente sono in molti che regolarizzano il lavoro dei propri dipendenti. Purtroppo quello che è emerso da questa azienda in particolare, non le fa per niente una buona pubblicità, per non parlare dell’indagine attualmente aperta a suo carico.
Guai per la nota azienda
L’azienda in questione è famosa per la produzione di borse e accessori vari, sempre alla moda e soprattutto di grande prestigio. La maison si è differenziata per l’idea di utilizzare una particolare cartina geografica nei vari prodotti, da lì è iniziato tutto. I vipponi ne vanno matti, i vari influencer non escono mai da casa senza uno di questi oggetti e le persone “normali”, cercano di acquistare almeno un capo ogni tanto, da sfoggiare durante gli eventi più cool ai quali partecipano.
Ogni borsa, accessorio e quant’altro che riporta il famoso nome della noto marchio, ha dei prezzi veramente alti, proprio perchè lo stile, i materiali e i prodotti vari, si differenziano dal resto della concorrenza. Queste ultime scoperte però, lasciano l’amaro in bocca, in merito allo sfruttamento dei lavoratori.
Ecco che cos’è successo
“La Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria, in un’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del pm Paolo Storari, per l’azienda dell’alta moda specializzata in borse ed accessori…”, inizia così l’articolo pubblicato su Leggo, in merito all’indagine aperta contro la nota azienda di 1a Classe di Alviero Martini S.p.A.
Sono state trovate molte irregolarità per quanto riguarda le modalità con cui vengono trattati i lavorati del noto brand, residenti in Cina. L’azienda è stata “ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo”, si legge ancora nell’articolo. Secondo una delle diverse dichiarazioni rilasciate dai dipendenti:
“Vengo pagato 1,25 euro a tomaia…durante la settimana dormo sopra la ditta al piano primo presso locali adibiti a dormitorio (…) in una giornata lavorativa produco circa 20 paia di scarpe (…) percepisco un bonifico mensile di circa 600 euro…”. Non ci resta che attendere la risoluzione dell’indagine, per capire come finirà questa delicata faccenda.