Chiara Ferragni, dopo la bufera arriva la verità: “No al gioco del…” | La procura non perdona
Chiara Ferragni ha finalmente parlato dopo la bufera pandoro? Ecco che cosa abbiamo scoperto.
Le indagini delle Procure sul caso di Chiara Ferragni continuano anche in questi giorni di festa e purtroppo il caso sembra tutt’altro che chiuso. Ma quante sono le Procure coinvolte? In pratica salgono a 4 quelle che stanno indagando sul caso dei pandori di Chiara Ferragni. Sappiamo che si tratta di una maxi multa per pratica commerciale scorretta.
Si fa strada l’ipotesi di reato per frode in commercio, ma di cosa si tratta? In pratica questo specifico reato consiste nella consegna al compratore di un bene diverso da quello che era stato offerto al pubblico oppure pattuito in una trattativa individuale. per questo genere di reato è prevista la reclusione fino a due anni o la multa fino a euro 2.065.
La maxi multa che dovrà pagare Chiara Ferragni ammonta a un milione di euro. Ma per la Ferragni non sta tutto nei soldi il peso della questione.
La sua immagine è ormai rovinata da questo caso e riuscirà a frenare la perdita dei followers che in questi giorni stanno abbandonando la sua pagina Instagram? Vediamo che cosa è successo di recente in questi giorni.
Le novità sul caso pandoro Ferragni
A quanto pare gli avvocati che stanno assistendo Chiara Ferragni si dicono tranquilli e che non sussiste la presenza di reati per il pandoro gate. Si dicono anche pronti per collaborare con gli inquirenti delle Procure che indagano dopo gli esposti per truffa presentati dal Codacons. Sono pronti a fornire tutti i dettagli necessari “Ma no al gioco al massacro su Chiara Ferragni”.
Lo sostengono i legali dell’imprenditrice digitale, che rivolgendosi a LaPresse escludono l’esistenza di reati sul caso dei pandori Pink Christmas venduti con Balocco. Per il momento gli avvocati dello studio legale Bana si dicono pronti a collaborare con i pm, in attesa di “chiarezza” su quali siano i magistrati competenti. Le indagini che stanno proseguendo potrebbero confluire in un unico grande fascicolo facente capo alla Procura di Milano. Oltre al pandoro gate, proprio la Procura di Milano ha aperto delle indagini per far luce anche sulla vendita delle uova di Pasqua vendute per Dolci Preziosi.
Le uova erano state messe in commercio per aiutare l’associazione I Bambini delle Fate. “Loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite, noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione Sosteniamo I Bambini delle Fate”, sono state le parole di Franco Antonello.