Roberta Bruzzone mette fine alla bufera: “Piangono sempre per sé” | La criminologa è furiosa
Roberta Bruzzone, questa volta non può trattenersi: “Piangono sempre per se”. Ecco i dettagli della vicenda
Roberta Bruzzone è la criminologa più famosa della nazione intera. Le sue competenze applicate sul campo permettono agli inquirenti di risolvere più facilmente dei casi di cronaca molto complessi. Roberta in diverse occasioni, è stata indispensabile per la risoluzione delle indagini in corso.
Laureata in Psicologia Clinica, decide di specializzarsi in Psicopatologia Forense. La sua formazione è tra le più complete del campo tanto che si trasferisce per un periodo negli Stati Uniti e diventa esperta nella ricerca di tracce sulle scene del crimine. Inizia ad occuparsi di casi importanti come “La strage di erba”, il plurimo omicidio avvenuto in provincia di Como.
Tuttavia, la sua notorietà arriva nel 2010 quando inizia a seguire l’omicidio di Sarah Scazzi, uccisa per mano di sua cugina e sua zia. In questo caso, diventato mediatico, Roberta ricopre il ruolo di consulente della difesa di Michele Misseri, zio della vittima che inizialmente viene accusato di aver commesso il crimine.
La notorietà ricevuta da questo caso, permette alla Bruzzone di passare al piccolo schermo. Per ben 5 anni, dal 2010 al 2015, conduce “La scena del crimine” in onda su una piccola rete di Roma. Successivamente, passa a Real Time e presenta “Donne mortali”, un programma in cui analizza i comportamenti delle donne che commettono crimini.
Roberta Bruzzone, parla del caso più discusso di sempre
Roberta Bruzzone si distingue costantemente per il suo carattere forte ed il suo essere concreta e diretta, senza troppi giri di parole. Uno degli ultimi casi di cui si è occupata è quello di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa in Veneto per mano del suo fidanzato Filippo Turetta. Fin dalla scomparsa dei due giovani, prima che venisse ritrovato il corpo della vittima, la criminologa aveva ben compreso la dinamica dei fatti e il triste epilogo della storia.
Roberta, sull’assassino, ha individuato dei tratti tipici del narcisismo covert ed ha spiegato il movente secondo il suo punto di vista: “Lui l’ha manipolata, come fanno i covert, anche attraverso continue minacce di suicidio [..] La molla di questa storia non è la fine della relazione che, probabilmente, lui avrebbe pure tollerato ma il problema che lei, laureandosi prima di lui, diventava qualcosa di intollerabile. Perché emergeva pubblicamente che lei era migliore di lui”.
Roberta Bruzzone, ecco la verità: “ Piangono sempre per sé”
Roberta Bruzzone è stata ospite in moltissime trasmissioni televisive che si sono occupate del caso di omicidio di Filippo Turetta. Dopo una breve fuga, l’assassino è stato catturato in Germania e recluso nel carcere di Montorio a Verona. Roberta, ospite a Che Sarà di Serena Bortone, ha parlato ancora una volta della situazione post carcerazione.
Sul pentimento di Turetta, la Bruzzone esprime il suo pensiero: “Sai perché non credo al pentimento di questo signore? Perché quando ti penti davvero racconti le cose fino in fondo e ti assumi anche la responsabilità di pagare un prezzo più salato di quello che vorresti”. La conduttrice, a questo punto, comunica che Filippo Turetta ha pianto molto. Così Roberta replica: “Per chi ha pianto, per Giulia o per il futuro in carcere che lo aspetta? Perché questi piangono sempre, ma quasi sempre solo per sé”.