Rai, rischio di licenziamento immediato: quello che è successo in diretta tv è davvero vergognoso
L’opinione pubblica si è scissa in merito ad un particolare servizio andato in onda al Tg1, c’è chi invoca il licenziamento dello staff non nascondendo il loro disagio. Vediamo insieme che cos’è successo.
Le parole hanno un peso enorme è vero, perfino Tiziano Ferro nel suo monologo famoso l’aveva dichiarato. Bisogna fare attenzione a come e quando si pronunciano appellativi, aggettivi e modo di direi. Se già si deve fare attenzione a come si dicono nel privato, figuriamoci pubblicamente in televisione o sui social.
Durante un servizio andato in onda del Tg1, sono state dette parole che hanno diviso l’opinione pubblica, in quanto molti si sono sentiti offesi da determinati appellativi. C’è chi ha suggerito provvedimenti drastici e chi invoca la clemenza, in quanto potrebbe essere stata una svista. Ecco che cos’è successo.
Il caos al Tg1
Per rimanere in tema Tg1, l’anno scorso dopo 30 anni di carriera, il giornalista Francesco Giorgino, dovette dire addio al suo storico ruolo di informatore nella fascia serale, per via di nuove direttive. Ecco cosa aveva dichiarato: “Parliamo di trent’anni della mia vita. Ma prima o poi poteva capitare…Insieme all’azienda, poi, abbiamo trovato delle soluzioni che mi hanno permesso di diventare direttore e conduttore…”.
Da lunedì 20 novembre, Giorgino dopo l’addio doloroso al Tg1, tornerà nell’emittente statale alla conduzione di un nuovo programma in seconda serata, XXI Secolo. Ecco che cosa ha dichiarato il giornalista in merito: “Questo programma è una scommessa. Nasce dal presupposto di voler raccontare l’attualità in una chiave prospettica diversa…”.
Ecco che cos’è successo
Tornando a noi, durante l’edizione del Tg1 dell’8 novembre, la giornalista Giorgia Cardinaletti, nel raccontare il fatto del giorno, ha usato termini quali “transessuali” e “utero in affitto”. Immediatamente corretta da Alessandro Zan, il quale con un post social ha ricordato, secondo la regola del politicamente corretto, che avrebbe dovuto usare rispettivamente le parole “persone trans” e “gestazione per altri”.
Ovviamente questo discorso ha diviso l’opinione politica e i loro rispettivi seguaci, in quanto vediamo principalmente uno scontro tra le varie fazioni e ognuno invoca libertà di espressione nell’emittente di stato. A sua volta sui social ne è nato un acceso dibattito su cosa bisognerebbe dire e cosa no, c’è chi se l’è presa anche con la giornalista, la quale in realtà ha seguito soltanto il copione che le era stato fornito.
Non si sa come finirà questa storia, speriamo solo che la politica in generale a prescindere dal credo politico e dal significato che ognuno fornisce alle parole, possa concentrarsi sempre e comunque sul diritto inviolabile di ogni individuo al rispetto della persona. Come recita l’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.