Carta d’Identità, la decisione del governo è drastica: per alcuni è uno schiaffo in faccia
L’Unione Europea ha messo la parola fine alle discriminazioni nei riguardi delle famiglie con genitori dello stesso sesso. Esse hanno gli stessi diritti di quelle a cui la società ci ha abituati fin dall’antichità. Tuttavia in Italia, in seguito al Decreto Salvini, è stato deciso che nella carta d’identità bisognerà apportare obbligatoriamente delle diciture specifiche. Ecco quali.
Il 7 dicembre 2022 è stato emanato il Certificato Europeo di genitorialità nella sede di Bruxelles a favore del riconoscimento delle coppie gay in tutti i Paesi membri, soprattutto per la tutela della prole. In Italia, però, tali coppie si stanno ribellando per una scelta fatta in seguito alla divulgazione del Decreto Salvini. Tutto ha avuto inizio quando una due madri a novembre hanno chiesto di inserire la dicitura “genitore” anziché “madre” e “padre” perché un membro del loro nucleo familiare sarebbe stato rappresentato in modo scorretto.
Con il Decreto è stato imposto di riportare per iscritto il proprio ruolo con uno dei due termini, una decisione considerata inopportuna dalla sentenza che si è svolta in un tribunale della capitale italiana. Nonostante la richiesta di modifica, è stato dichiarato l’obbligo di seguire la dicitura tradizionale.
“Una rappresentazione alterata della realtà”
Il giudice della sentenza ha dichiarato che “un documento che indica una delle due donne come padre contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà e di integra gli estremi materiali di reato di falso e biologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico”. Poi ha proseguito nel suo discorso: “La falsa rappresentazione del ruolo di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identità sessuale e di genere, comporta delle conseguenze indifferenti sul rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione“.
“Rimarrà scritto madre e padre”
Il Ministro del Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella ha confermato che la dicitura non cambierà, aggiungendo che chiunque potrà fare ricorso se lo reputerà opportuno. A tal proposito è intervenuto Alexander Schuster, un avvocato che rappresenta coloro che vogliono inserire questa modifica sulle carte d’identità.
Secondo il suo parere molte coppie gettano la spugna per via delle spese della causa legale che oscillano tra i 6.000 e i 12.000 euro. In questo modo solo pochi possono far trionfare i propri diritti su quanto stabilito dal Decreto Salvini. Come se non bastasse non è nemmeno certo il buon esito perché tutto dipende sempre dalla volontà del giudice di turno.